Antonella Cinelli | Essere come essere con

5 giugno 2025 | Via di città 49, Siena

 

OPENING giovedì 5 giugno 2025, ore 18,00

5 – 30 giugno 2025

 

Violetti Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra personale di Antonella Cinelli, Essere come essere con, a cura di Francesco Savini e Elena Violetti.

L’esposizione comprende i lavori appartenenti alla più recente produzione dell’artista, incentrati sul tema della connessione umana e del legame interpersonale, che nascono come sviluppo del progetto LIBERI! 80 dalla Liberazione promosso dall’ANPI di Bologna.

Antonella Cinelli riflette sul forte legame tra la conoscenza di noi stessi, la costituzione della nostra identità e l’importanza della differenza e del contatto con l’altro. Non si tratta di riconoscersi a partire da una dinamica oppositiva ma imparare ad abitare l’altro per farci carico del peso dell’esistenza e ricercando così il contatto con noi stessi e con il mondo. L’artista, nella sua ultima ricerca, riflette su questi temi a partire dal momento dell’incontro fisico più intimo dell’abbraccio, gesto antico e universale capace di raccontare senza fare ricorso all’uso delle parole. Espressione di affetto ma anche simbolo di resistenza, l’abbraccio è quel momento in cui un comportamento quotidiano si trasforma in un racconto complesso capace di sintetizzare vissuto collettivo e individuale come un intreccio di fragilità e forza. L’arte di Antonella Cinelli si fa strumento di memoria collettiva e familiare e le opere preparatorie delle dodici tele bolognesi diventano un album di famiglia che racconta una storia intima ma, allo stesso tempo, universale.

L’abbraccio è un atto di protezione di cui si avverte il bisogno nei momenti di crisi, di paura, di dolore, al quale chiediamo sicurezza e conforto. È relazione ma anche una barriera silenziosa contro il disfacimento, il vuoto e la frammentazione. È la volontà di non arrendersi e di non lasciarsi separare. Ecco perché l’abbraccio è liberazione: è il momento in cui si depongono le armi, si distruggono i muri e ci si affida all’altro, in cui il singolo, specchio dell’umanità, si libera dal peso dell’isolamento e della solitudine trovando forza nella relazione. L’abbraccio è il punto di incontro tra chi ha resistito e chi ha liberato, tra chi offre e chi riceve e guarda oltre il dolore verso un orizzonte di speranza. È un dialogo muto in cui l’essere partecipa dell’altro accogliendolo nella sua alterità, nella sua diversità e unicità. È il primo bisogno che sentiamo non appena rivediamo una persona cara dalla quale siamo rimasti lontani per tanto tempo o dalla quale siamo stati separati. Ogni abbraccio racconta una storia di unità, di conforto e di speranza, la commozione e la gioia dell’incontro, l’esigenza umana di solidarietà e di unione. In questo senso possiamo dire che l’abbraccio è anche un progetto politico, è la metafora della ricostruzione di una comunità divisa ed eterogenea. Una comunità che si abbraccia è una comunità che riconosce la propria vulnerabilità e sceglie di prendersi cura di sé lenendo le ferite storiche e sociali attraverso la vicinanza e l’empatia, con la forza di immaginare un futuro nuovo e diverso.

In questo senso, anche il momento della liberazione passa attraverso la potenza esistenziale dell’abbraccio, che ne determina il suo carattere sia esteriore che interiore come un viaggio verso la consapevolezza, l’autenticità e l’armonia con il mondo e con se stessi. Attraverso la rottura delle catene, visibili e invisibili, che limitano l’essere umano nella sua piena espressione e realizzazione, l’abbraccio è il gesto più potente di liberazione da quei poteri esterni che vincolano e schiacciano l’individuo relegandolo alla sfera della “cosalità” ed eliminando tutto ciò che c’è di umano nell’uomo.